Padova “chiama” Perugia, in pieno ‘Umanesimo digitale’ corre sul filo della videochiamata il workshop ‘Digitale e sociale’ che ha visto, da un lato, coinvolti la cooperativa sociale Gea del ‘Consorzio Veneto Insieme’, organizzatrice dell’iniziativa, le Prefetture di Vicenza e Padova, il Distretto ovest dell’Azienda Ulss 8 Berica di Vicenza, e dall’altro l’Azienda ospedaliera di Perugia e Confindustria Umbria. L’evento si inserisce nel ricco programma proposto dalla sesta edizione di DIGITALMeet, il festival italiano sull’alfabetizzazione digitale per cittadini e imprese, organizzato da Fondazione Comunica, che si è chiuso domenica 21 ottobre a Padova. Tra i tanti soggetti partecipanti al workshop hanno partecipato per l’Azienda ospedaliera di Perugia, il direttore generale Emilio Duca e Fabrizio Ruffini, responsabile dell’ufficio Controllo di gestione; con loro Matteo Brutti, presidente della sezione Servizi innovativi e tecnologici di Confindustria Umbria.
Al centro della riflessione il tema dei cosiddetti ‘big data’ e ‘open data’ pubblici. “Gli open data – ha spiegato Brutti – rappresentano una forte leva di sviluppo economico. Confindustria Umbria promuove dei centri per la sensibilizzazione sul tema e la formazione, i ‘Digital innovation hub’, che vengono utilizzati per capire quali sono le fonti di dati che si possono aggregare per offrire servizi innovativi alle aziende, e questo per innescare un circolo virtuoso tra domanda che viene dal pubblico e servizi che possono essere offerti dal privato. Per esempio, abbiamo già sviluppato iniziative in campo agricolo, per la gestione virtuosa delle colture sul territorio umbro, oppure altre per la gestione delle file al pronto soccorso e l’accesso alle strutture. E ancora stiamo lavorando a sistemi di mappatura del territorio per il rischio sismico”. “Abbiamo orientato il nostro impegno per l’innovazione digitale – ha dichiarato Duca – su due direttrici di intervento. La prima è stata quella di rendere fruibili ai nostri professionisti i dati raccolti quotidianamente, nel rispetto della privacy, al fine di evitare, ad esempio, la non appropriatezza degli esami diagnostici , o la duplicazione degli stessi , come forma di rispetto dello stesso paziente. Informazioni utili anche nella gestione strategica della direzione aziendale, per mettere a frutto i dati e gestire al meglio i processi organizzativi dell’azienda “Potremmo sfruttare questi dati – ha confermato Ruffini – per vedere il fabbisogno del personale all’interno dei reparti dove ci sono delle criticità e migliorare i percorsi assistenziali ,venendo in aiuto non solo della cura del paziente ma anche la stessa organizzazione aziendale stessa. Per il prossimo 30 novembre abbiamo organizzato un workshop con il personale sanitario, dove tratteremo proprio questi temi”.