Convegno al S. Maria della Misericordia 6 Maggio : La cooperazione tra i professionisti di Ortogeriatria
Convegno al S. Maria della Misericordia 6 Maggio : La cooperazione tra i professionisti di Ortogeriatria
La frattura di femore è un crescente problema di salute pubblica che riguarda prevalentemente l’anziano e che, in considerazione delle proiezioni demografiche, comporterà un aumento di invalidità permanente e della spesa sanitaria. In buona sostanza, un problema che non può essere rinviato. “I molteplici professionisti che se ne occupano sempre più debbono rafforzare la cooperazione per una gestione tempestiva, coordinata ed integrata - dice la dottoressa Carmelinda Ruggiero della struttura di Geriatria del S. Maria della Misericordia, che coordina il convegno “ L’Ortogeriatria per l’Umbria”, in programma per sabato 6 Maggio ( ore 9). Sui dati del fenomeno si sofferma il prof. Auro Caraffa, direttore della struttura complessa di Ortopedia :”In Umbria nel 2015 sono stati registrati 1842 ricoveri ospedalieri per frattura di femore, di cui 1740 in soggetti di età superiore a 65 anni.
La prof.ssa Patrizia Mecocci, Direttore della Struttura Complessa di Geriatria, precisa che "Il 30% delle persone ricoverate per frattura di femore sviluppa molteplici complicanze mediche, sia prima che dopo l'intervento chirurgico, con un aumentato rischio di mortalità, rallentamento del recupero funzionale pre-frattura ed un allungamento dei tempi di degenza, senza considerare anche un costante incremento della percentuale di reingressi in ospedale. Le conseguenze di una frattura di femore nell’anziano sono drammatiche:i dati statistici riferiscono che oltre il 10% dei pazienti muore entro un mese dall’evento, il 13% nei tre mesi successivi, oltre il 20% ad un anno di distanza, con punte che possono arrivare fino al 37%. Un eccesso di mortalità è segnalato anche oltre 2 anni dall’evento fratturativo".
A un anno dalla frattura, il recupero delle condizioni pre-esistenti viene raggiunto nel 40% dei casi , mentre il 20-25% sviluppa una invalidità permanente.
“Quando il paziente ortogeriatrico è tempestivamente preso in carico dall’ortopedico e dal geriatra, in stretta collaborazione con l'anestesista, l’infermiere, il fisiatra, il fisioterapista e l’assistente sociale, il suo percorso di cura è puntualmente avviato. Inoltre, i professionisti, integrando le competenze e le esperienze, sono in grado di individuare gli interventi più adeguati per il raggiungimento dei migliori risultati per il paziente. L'obiettivo prioritario nella gestione del paziente ortogeriatrico è quello di favorire il massimo recupero clinico e funzionale, il ritorno al proprio domicilio in autonomia, il che implica ottimizzare l'utilizzo delle risorse socio-sanitarie- sottolinea la dottoressa Ruggiero-. Il soggetto con frattura di femore, è il caso tipico ed esemplare di paziente fragile e complesso, che richiede trattamenti tempestivi e multidisciplinari intraospedalieri, cure continue ed integrate dall’ospedale al proprio domicilio: tutto questo per salvare la vita e la massima funzionalità della persona.