Azienda Ospedaliera di Perugia

Caldo e nutrizione, cosa mangiare per combattere l’afa

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Il punto con il Servizio di Nutrizione Clinica e Dietetica


Ne parliamo con Chiara Panfili, dietista ospedaliera, e Simone Pampanelli, medico endocrinologo responsabile del Servizio di Nutrizione Clinica e Dietetica.

Quanto influisce una corretta alimentazione per meglio sopportare le alte temperature estive?

L’estate è un periodo accompagnato da maggior tempo libero e abitudini alimentari diverse rispetto al resto dell’anno (maggior numero di pasti fuori casa e scarsa attenzione agli apporti nutrizionali) per questo bere e mangiare correttamente contribuisce ad affrontare l’afa e a ridurre i rischi per la salute dovuti alle ondate di calore, in particolare la disidratazione.

Quando fa molto caldo i bambini, le donne in gravidanza e gli anziani possono soffrire maggiormente ed essere più esposti al rischio di disidratazione.

 

In un paziente fragile o anziano, su cosa deve basarsi una corretta alimentazione nel periodo di afa estiva?

Durante il periodo estivo, l’aumento della sudorazione e della traspirazione causano perdita di acqua, vitamine e minerali. Per i soggetti a rischio, gli anziani in particolare, è particolarmente importante bere, indipendentemente dallo stimolo della sete.

È raccomandato, inoltre, limitare il consumo di bevande moderatamente alcoliche come vino e birra e evitare le bevande ad alto contenuto di alcol.

 

Quali cibi prediligere e quali evitare?

Consumare frutta e verdure fresche, meglio se di stagione (400 g almeno al giorno, OMS). Preferire lo yogurt senza zuccheri aggiunti che, insieme alla frutta, può diventare un ottimo spuntino. Non trascurare la frutta secca (mandorle, noci ecc), ricca di grassi “buoni”, minerali e fibre, ma bisogna stare attenti a non eccedere nelle quantità perché ad alta densità calorica.

È importante anche preparare i piatti con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori. Il colore degli alimenti è dato dalle sostanze ad azione antiossidante (vitamine, polifenoli ecc): più si variano i colori, più completa è la loro assunzione.

Moderare il consumo di piatti elaborati e ricchi di grassi. Con il caldo, l’organismo consuma meno energia. È consigliabile, quindi, preferire una cottura in grado di mantenere inalterato l’apporto di minerali e vitamine, diminuendo anche la quantità di sale da aggiungere durante la preparazione. Condire con olio d’oliva (possibilmente extravergine) a crudo.

Privilegiare cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi in acqua e completare il pasto con la frutta. Questa regola va seguita in particolare quando si consuma il pranzo “al sacco”, cercando di non eccedere con gli spuntini salati o zuccherati.

Consumare un gelato o un frullato può essere un’alternativa allo spuntino di metà giornata. Il gelato o il frullato al latte che sostituiscono il pasto vanno inquadrati nell’ambito dell’apporto nutrizionale giornaliero.

Consumare poco sale e preferire sale iodato. La carenza di iodio è ancora un problema: la tiroide condiziona molte funzioni dell’organismo ed ha bisogno del giusto introito giornaliero, garantito dal consumo di soli 5 g di sale iodato.

Rispettare le modalità di conservazione degli alimenti: è fondamentale mantenere la catena del freddo per gli alimenti che lo richiedono (borsa termica per il pic-nic). Ricordarsi, però, che cibi conservati a lungo in frigorifero rischiano un peggioramento nutrizionale e/o una contaminazione da microrganismi.

 

Presso il Servizio si Nutrizione Clinica è presente l’attività ambulatoriale specialistica nutrizionale di II livello: in cosa consiste?

      Attività ambulatoriale specialistica nutrizionale di II livello per le seguenti patologie:

  • diabete mellito tipo 1 e 2,
  • malnutrizione,
  • chirurgia bariatrica,
  • radioterapia testa-collo,
  • oncologia,
  • neonatologia,
  • pediatria,
  • pediatria oncologica,
  • nefrologia e dialisi

 

Esiste una correlazione tra gran caldo e malnutrizione?

Il concetto di malnutrizione è ben più complicato e misconosciuto di quanto si possa pensare. Si possono identificare forme di malnutrizione sia per eccesso (sovrappeso e obesità) che per difetto di energia, proteine e altri nutrienti.

La malnutrizione per difetto (malnutrizione proteico calorica) è presente in circa il 50% dei pazienti ospedalizzati. Se non tempestivamente diagnosticata e trattata con un adeguato intervento nutrizionale, tale condizione aumenta la durata della degenza, il rischio di complicanze.


 

 


In questo particolare periodo dell’anno dove le temperature sono molto elevate rispetto alla media le persone maggiormente a rischio dovranno essere monitorate dal punto di vista nutrizionale.

 

Se sì, come affrontare il problema?

Può essere utile effettuare nei pazienti fragili il monitoraggio del peso e dell’ingesta proteico caloriche al domicilio, al fine di poter effettuare tempestivamente un adeguato intervento nutrizionale se necessario da parte del personale sanitario esperto.


Quali sono le persone più a rischio di malnutrizione?

Sicuramente gli anziani, come già detto, ma anche, i pazienti affetti da neoplasia o che hanno subito traumi (interventi chirurgici, incidenti stradali, trapianti, malattie acute ecc). Sono categorie cosiddette fragili che se non supportati in maniera adeguata dal punto di vista idrico e calorico/proteico possono con più facilità andare in contro ad una condizione di malnutrizione per difetto.

Contenuto inserito il 10-08-2023, aggiornato al 10-08-2023

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