15 bambini con diabete mellito al lago Trasimeno con i ns sanitari
Si sta svolgendo in questi giorni il campo scuola per bambini tra i 7 e i 12 anni con Diabete Mellito tipo 1, organizzato dal Centro di Riferimento per il Diabete in Età Evolutiva della Clinica Pediatrica in collaborazione con l’associazione Diabete Uno in Famiglia, AILD e Diabete Onboard.
Presenti 15 bambini accompagnati dall’equipe sanitaria messa a disposizione dal Centro (le psicologhe Flavia Febbraro e Angelica Mommi, le dietiste Laura Cerquiglini e Valentina Ricci, le infermiere Elena Naticchioni e Chiara Zanotto, i medici in formazione specialistica Vanessa Pinca ed Elena Marchionni, il medico residenziale Agnese Fruganti) con il supporto dei volontari delle associazioni. Il tutto supervisionato dalla responsabile sanitaria del campo scuola dott.ssa Maria Giulia Berioli.
L’obiettivo del campo scuola è quello di aumentare i livelli di autogestione della malattia attraverso una educazione sanitaria multi-disciplinare continua che tiene in considerazione anche gli aspetti sociali, culturali e relazionali dei bambini.
“Già a seguito dei primi confronti tra l’equipe del campo emergono le seguenti considerazioni afferma la dott.ssa Maria Giulia Berioli - le competenze tecniche e sanitarie passano non solo attraverso i momenti delle attività strutturate ma anche e soprattutto attraverso la condivisione tra bambini ed equipe della quotidianità e quindi della vita reale. Inoltre, al campo, i bambini, in un contesto diverso da quello che abitualmente sono soliti frequentare, hanno modo di esprimere a pieno le loro potenzialità e risorse”
Stefano Antonini, presidente dell’associazione Diabete 1 in famiglia sottolinea: “Questi momenti sono molto importanti e, dal nostro punto di vista, avendo un doppio ruolo come genitori e come membri dell’associazione, riusciamo a capire le vere potenzialità del campo scuola come occasione di crescita dei ragazzi nella consapevolezza, nella accettazione della malattia e nell’acquisizione di nozioni e strumenti utili per una migliore gestione quotidiana della loro condizione. Si rimane sempre spiazzati dalla profondità con la quale i bambini trattano argomenti banali ma allo stesso tempo complicati, facendo comprendere quanto questa loro difficoltà può trasformarsi in occasione di crescita e condivisione.”